Cinema - Scream 3

Bisogna dirselo e ripeterselo: la prima parte di una trilogia horror è bella, la seconda un po’ meno, la terza è la fotocopia delle prime due. Così anche per la “nuova” creazione di Wes Craven, “Scream 3”. Diciamo che mi ha entusiasmato il numero uno di questa trilogia e che il numero due iniziava molto bene ma finiva un po’ nel ridicolo. Per questo terzo episodio non si può né elogiare l’introduzione (è poco fantasiosa e meno originale delle altre due di “Scream”) né dare un giudizio pienamente positivo al film nel suo complesso. Certo, i colpi di scena non mancano mai, il sangue e le vittime ci sono, ma manca quell’imprevedibilità che c’era nei primi due episodi. Si capisce già, ad esempio, che in quel momento sbucherà dalle tende l’assassino oppure che un dato personaggio morirà in quella scena. Fin troppo scontato! Per rendere la trama più avvincente (e più lunga) Craven ci schiaffa dentro tutti i personaggi possibili immaginabili: il fantasma della madre della protagonista, i ricordi del padre, registi viziosi, attrici isteriche e impaurite. Come poi succede negli altri due episodi, si scopre che l’assassino è qualsiasi persona fuorché quella che ti aspettavi. Ma in questo caso il killer non c’entra quasi con la storia, tanto che mi sono stupito nel vedere la sua faccia uscire da sotto la maschera dell’Urlo. E poi mi chiedo: ma Wes Craven sta pensando a qualcos’altro oppure si è fissato su questo personaggio? Sarà meglio che si faccia venire qualche altro incubo per impaurire le folle, come ha già fatto con le saghe di “Nightmare” e di “Scream”!

Un incubo che sta scomparendo. Si spera… ***

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Francesco Trabaldo