Chumbawamba - WYSIWYG

Tantissimi anni di musica interessante, militante, sempre e comunque contro. Poi il passaggio ad una major e il successo planetario ed inaspettato di un singolo azzeccatissimo come Thubthumping, che forse li ha commercializzati musicalmente ma non gli ha fatto perdere un'oncia di onestà intellettuale e di coerenza.

Dopo due anni arriva questo WYSIWYG, acronimo della frase di derivazione informatica What You See Is What You Get, ciò che vedi è ciò che ottieni, un titolo che da solo è un manifesto programmatico. Ventidue canzoni, due minuti la durata media dei pezzi, un singolo che cerca con le unghie e con i denti di bissare i successi del '98 e i testi che raccontano senza peli sulla lingua la visione sociale del combo di Leeds. Gli otto Chumbawamba continuano a muoversi in territori musicali anarcoidi ed irriverenti, ironici e pungenti, rabbiosi e sinceri.

I Chumbawamba ormai sono esplicitamente dentro il Sistema e, altrettanto esplicitamente, lo combattono dall'interno, attaccando frontalmente e con le stesse armi il pop di plastica delle boy band e i lustrini delle sexy ninfette ammiccanti ad un pubblico di adolescenti addomesticati. I Chumbawamba ne hanno veramente per tutti, politici e potenti compresi. Musicalmente debitori del reggae bianco inglese, così come di Bee Gees, Beach Boys, Simon & Garfunkel e il folk inglese, nessuna sorpresa rispetto alle ultime produzioni, solo e non è poco, un disco piacevole dall'inizio alla fine, divertente e senza tracce di noia.